osmositudine

Il progetto Osmositudine prevede la messa in atto di una lotta, di una transizione, di un processo di gestazione bidirezionale.

Da un albero secco sul quale è issato un nido di grandi dimensioni cola catrame. Si tratta di una composizione di forte impatto emotivo, cattiva, non consolatoria. La poeticità dell’albero piantato nel parco come sostegno amorevole per una grande, accogliente dimora per gli uccelli è violentata dall’uso grossolano e massiccio dei materiali.

L’albero sarà dipinto di nero, puntellato da una struttura inelegante di sostegno ricoperta anch’essa di bitume.

Dal fondo del grande nido di ramoscelli ed altri elementi naturali intrecciati colerà una cascata di catrame densa e incontrollabile che formerà una grande chiazza di asfalto nero. Intorno a questa zona cresceranno ciuffi inaspettati di erba nera (ophiopogon planiscapus Nigrescens) che via via lasceranno lo spazio e si confonderanno con un altri tipi di erbe e cespugli (graminacee e bambù) fino a comporre una sorta di espansione di piante sempre più verdi e alte, a fasce.

Solo il tempo potrà decidere i passaggi osmotici tra organico e inorganico, tra natura e asfalto, tra varie specie di piante. Dal cuore nero dell’installazione allo svettante verde intenso dei bambù collocati nella fascia più esterna si compie un cammino di apertura e chiusura, dalla staticità del nero che tutto spegne, risucchia e imprigiona, al movimento vitale di fioritura e incessante ciclicità naturale delle erbe e dei cespugli.

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